I libri di "psicologia nera": ecco cosa c'è dietro questi manuali di tecniche manipolatorie
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giovedì 9 giugno 2022
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di Gaia Agnelli
Il termine racchiude una serie di tecniche comunicative messe in atto nei confronti del prossimo al fine del raggiungimento dei propri scopi. Scopi che vanno dal sedurre una donna a vendere un prodotto, dall’attrarre forza lavoro a ottenere denaro.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
In realtà gli autori di queste pubblicazioni non si stanno inventando nulla. Non fanno altro infatti che ammantare di “mistero” metodi che sono da sempre alla base della “manipolazione”, utilizzata da leader religiosi, politici, imprenditori e commercianti per convincere gli altri a “seguirli”.
Per comprendere meglio questo fenomeno e cosa c'è dietro abbiamo parlato con il 36enne psicoterapeuta Marco Magliozzi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Cos’è la “psicologia nera”?
È un neologismo che sta a indicare, similmente alla “magia nera”, un modo di usare la psicologia con un secondo fine: quello di controllare le persone tramite tecniche manipolatorie messe in atto per raggiungere “slealmente” un determinato obiettivo, solitamente di natura economica, sessuale o politica. Il tutto in modo eticamente scorretto, facendo leva su fragilità e punti deboli altrui per girarli a proprio vantaggio. Ecco perché non accosterei l’aggettivo “nera” alla psicologia ma più che altro alla comunicazione: non possiamo infatti associare un concetto “malvagio” alla scienza, che da sempre agisce per il bene delle persone.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Chi è interessato a questo tipo di comunicazione?
In genere si tratta di persone caratterizzate da iper-egocentrismo e da narcisismo (quindi da una forte attenzione per il proprio “io”) e dal machiavellismo (marcato cinismo e spietato utilitarismo). Tutte caratteristiche insite nel “manipolatore”, che non va confuso con il “persuasore”. Quest’ultimo infatti è colui che cerca di dare consigli a qualcuno per il suo bene, l’altro invece vuole solo controllare una “vittima” per raggiungere i propri scopi. Solitamente lo si fa per ricevere denaro, per ottenere consensi e diventare leader di un gruppo o conquistare una persona che desideriamo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Si può quindi dire che è stato inventato un termine per definire qualcosa che viene da sempre messo in atto…
La manipolazione esiste da sempre e fa parte della storia dell’uomo. Basti vedere la figura di Ulisse nell’Iliade e nell’Odissea: lui era un maestro in questo campo. Fu in grado di convincere Achille a partire per la guerra di Troia facendo leva sui suoi valori di grande eroe, e di vincere la battaglia finale giocando al “finto buono” dando in dono ai troiani il famoso cavallo che nascondeva i soldati greci.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Quali sono le tecniche più diffuse utili a “stregare” l’interlocutore?
Ce ne sono diverse a seconda dell’obiettivo che si persegue. Prendiamo l’esempio di un commerciante che vuole smerciare un articolo. Qui bisogna far credere al cliente che lui ha fortemente bisogno di quel prodotto, anche se non ne ha mai sentito parlare prima. In questo caso si usa la tecnica del “rispecchiamento”, che consiste nel fingere di avere gli stessi valori dell’interlocutore. Ad esempio se un acquirente appare sin da subito molto attento all’ecologia e alla natura, il venditore potrà far leva proprio su questo aspetto (pur non essendo un ambientalista), assecondandolo in ogni suo ragionamento e proponendogli a quel punto tutto il biologico di cui dispone. In questo aiuta anche la “comunicazione non verbale”, ossia il linguaggio del corpo: assumere gli stessi atteggiamenti dell’altro è uno dei metodi per entrare in sintonia con lui e “sedurlo” più facilmente.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Lo stesso vale nel campo della politica?
In molti per ottenere il consenso e ricevere voti usano il “rispecchiamento”, così da entrare in empatia con la massa toccando aspetti quali la povertà, l’identità nazionale, il lavoro. Si tratta solitamente di persone capaci di attirare a sé tutta l’attenzione di chi li ascolta, agevolati dal ruolo dell’autorità. È così che si può convincere un’intera popolazione. Vedi i dittatori, in grado di aizzare la folla facendo leva su incertezze, dubbi, insofferenza ma soprattutto attraverso l’individuazione di un nemico comune.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
E per quanto riguarda la sfera sessuale?
Qui, oltre al “rispecchiamento”, tornano utili le tecniche della “reciprocità”, che consiste nel fare regali alla persona desiderata per far sì che ricambi e della “simpatia”, fingendosi confidente della persona in questione che tenderà a fidarsi così del suo “predatore”. E poi c’è la tecnica della “scarsità”, atta a far credere che ciò che offriamo (a livello materiale o sentimentale) sia unico e introvabile e che sia meglio non lasciarselo sfuggire.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Può considerarsi “psicologia nera” anche la pubblicità?
Queste tecniche sono sicuramente state applicate anche alle strategie di marketing. Ovviamente dobbiamo però distinguere quegli spot che usano la persuasione in modo del tutto etica, spiegando in modo chiaro al cliente ciò che stanno offrendo, da quelli manipolatori che mirano all’inconscio attraverso il “bombardamento” di messaggi o associando al prodotto immagini “attraenti” quali ad esempio un nudo di donna.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ci sono tecniche che possono definirsi “proibite”?
Le sette religiose usano l’“esaurimento”, che consiste nel portare allo stremo mentale un soggetto, stimolandolo costantemente, non consentendogli di dormire e mostrandogli filmati devianti con l’obiettivo di far crollare le sue convinzioni. Citerei poi l’“isolamento”, comune tra i banchi di scuola, che tramite l’esclusione di un individuo da un gruppo lo fa sentire sbagliato così da farlo cedere mentalmente e accettare le regole imposte dai leader. A questo si collega il “gaslighting”, che punta a far cadere ogni certezza dell’interlocutore, negando tutti i suoi pensieri in modo da farlo sentire completamente sbagliato.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ognuno di noi rischia di essere raggirato?
No, la manipolazione fa leva sulle fragilità altrui: neanche il miglior comunicatore del mondo riuscirebbe ad agire su chi è sicuro delle proprie idee. Quindi per difendersi dalle “personalità oscure” bisogna puntare tutto su sé stessi, su quell’autostima che non deve mai mancare se non si vuol essere “fregati”.
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